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Mi chiamo Maria e sono una gran mangiona. Mi piace tutto ad eccezione del cibo cucinato male. Mi piace cucinare sempre nuove pietanze e quando non ho piatti e padelle da lavare, mi sento triste. La mia cucina è ricchissima di caccavelle di tutti i tipi; il solo vederle in un negozio mi fa soffrire: le voglio a casa mia!!! Prediligo i dolci e tutti gli impasti lievitati ma non disdegno il resto. La mia vita ruota intorno a due pilastri: la culinaria e la scuola infatti, se mi cercate, mi trovate o in cucina o in un'aula scolastica. Ho aperto questo blog per conservare le ricette provate e poi perchè non voglio essere obsoleta e desidero dimenticare il buon vecchio quaderno di ricette scritte a mano.

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mercoledì 29 febbraio 2012

L’uovo al limone

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……Professoressa mia lei non sa cosa ho mangiato a Salemi!!!!

Una cosa troppo buona,troppo buona ma poi l’ho fatta a casa e mi è venuta “ na schifezza”.Ho pensato subito a lei e voglio darle la ricetta.

 

…………..Dimmi Vincenzo,sono troppo curiosa,di che buonissima ricetta si tratta?

 

….(intanto pensavo tra me: è troppo entusiasta,deve essere qualcosa di veramente buono ma sarà una ricetta complicata dato che l’ha provata in casa e non gli è venuta bene.Intanto fremevo dalla curiosità di sapere e desideravo che si sbrigasse a parlare,senza perdere tempo…)

Finalmente ha parlato!!!!!!!

……..professoressa mia ho mangiato l’uovo al limone.

…….L’uovo al limone? E come è fatto?

 

Siete curiosi anche voi dell’uovo salemitano di Vincenzo?

Io,appena arrivata a casa,l’ho preparato e devo dire che,anche se non amo i cibi dietetici essendo nella fase ingrassante della mia vita…opsssss….della mia circonferenza,mi è piaciuto tantissimo. Se non me l’avesse detto non mi sarei certo alzata una mattina dicendo meco meco: oggi mi faccio l’uovo al limone!!!

 

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Ecco gli ingredienti:

due uova fresche di giornata (per chi,come me,ha le galline)

30 ml di acqua (l’ho pesata,lui non me l’ha detto!)

un filo di olio extravergine d’oliva Dante

il succo di un piccolo limone appena raccolto (quelli del mio giardino sono piccoli ma succosi)

un pizzico di sale

un pizzico di peperoncino in polvere Tec-Al

 

Prendere un padellino e mettervi i 30 ml di acqua.

Accendere il gas ed appena l’acqua bolle gettarvi le uova mescolando il tutto.

Cuocere le uova facendo assorbire tutta l’acqua e mettere un pizzico di sale.

Porre le uova strapazzate in un piatto e subito spremervi sopra il succo di un piccolo limone e completare il piatto con un filo di olio extravergine d’oliva ed un pizzico di peperoncino.

Vi piace?

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Con questa ricetta partecipo al contest di Scorribande in cucina e La cucina che vale

lunedì 27 febbraio 2012

La piadina rossa alla trapanese con bastoncini di piadina

 

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Romagna-Puglia-Sicilia

Non mi picchiate!!!!Lo so che la piadina è romagnola ed io sono una donna del profondo sud che si permette di fare una ricetta non della sua regione.

Ho sempre fatto le piadine come le brave romagnole mi hanno insegnato ma questa volta,presa da un raptus di estro novatorio,ho voluto strafare inserendo nell’impasto delle piadine qualcosa di nuovo: la curcuma.

Ecco che la piadina rossa (la curcuma è gialla,l’impasto era giallissimo ma le piadine mi sono venute di un bel rosso terra,forse a causa del calore…)è diventata quella di una trapanese.

Poi ,ancora in pieno estro novatorio,ho preso da un cassetto della mia cucina il troccolo (e qui mi sembra che ci rientri la Puglia!!!) e,dopo aver spianato sottilmente un rettangolo di pasta,ho passato sopra il troccolo ottenendo dei sottili bastoncini di pasta.La prossima volta ne farò di più e li servirò come finger food insieme ad un misto di salsine, formaggi e salumi.

 

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Ricetta postata da Maria Bianco su panzaepresenza.blogspot.it

Ingredienti:

500 g di farina di grano tenero 00 (pacco rosso per pizza) Molini Rosignoli

200 ml di acqua

100 g di strutto

10 g di sale

due cucchiaini scarsi rasi di bicarbonato

un cucchiaio e mezzo di curcuma

Inoltre:

testo romagnolo ( in mancanza va bene una padella antiaderente)

ripieno delle piadine a piacere (anche se un classico è con lo stracchino,la rucola ed il prosciutto crudo. Io non avevo in casa nè stracchino,nè crudo,nè rucola ed ho risolto il “ grosso” problema mettendo altro e cioè sottiletta/ mozzarella e prosciutto cotto/pancetta coppata).

Con queste dosi ho realizzato 10 piadine ( grandi quanto un piattino da frutta) ed una piccola dose di bastoncini.

 

Scrivo la versione con il bimby ma per chi non ce l’ha può benissimo preparare l’impasto a mano o usando  una qualsiasi impastatrice.

Inserire nel bimby l’acqua,lo strutto,il sale ed il bicarbonato e fare andare per 40 secondi ,50° velocità 4.

Aggiungere la curcuma e mescolare qualche secondo a velocità 4.

Aggiungere la farina e fare andare prima 50 secondi a velocità 6 e poi due minuti a velocità spiga.

Risultato: in poco più di tre minuti e mezzo l’impasto è pronto.

L’impasto non abbisogna di riposo per cui si procede subito a fare le piadine.

Prelevare piccoli pezzettini di pasta (ho fatto palline da 80 g circa) e,con il mattarello,spianare ogni pallina fino a farne uno strato molto sottile.

Poggiare su ogni singolo strato un piatto da frutta e tagliare,con un coltello affilato,la pasta in eccedenza. In questo modo avremmo delle piadine belle tonde.

Porre sul fuoco il testo romagnolo e riscaldare bene la piastra; mettere sul testo le prime due piadine e farle cuocere poco più di mezzo minuto per ogni lato.

Al  momento di mangiarle,riscaldare nuovamente il testo,poggiare la piadina sul testo,porvi sopra quello che si ha in casa ( di mangereccio,naturalmente!!!),chiudere a libro e riscaldare il tempo necessario affinchè il formaggio si ammorbidisca.

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Con questa ricetta partecipo al contest di About Food


E partecipo anche al contest di scorribande in cucina e la cucina che vale

domenica 26 febbraio 2012

Collaborazione con l’Azienda Rosignoli

La pizza? La pasta fresca? La brioche siciliana con il gelato? La crostata?……..

Ad ognuna la sua farina!!!

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La Rosignoli Molini ha sapientemente creato confezioni dai colori diversi,il verde,il rosso,l’azzurro,il marrone, per distinguere in modo netto le varie tipologie delle sue ottime farine soprattutto per le signore di oggi,prese dai mille impegni,che vanno al supermercato di corsa e di corsa ritornano a casa per preparare il pranzo o la cena per la famiglia.

Quante volte ci è capitato di prendere, da uno scaffale, un pacchetto al volo e ritrovarci con una farina che non era quella che ci serviva al momento?

Con la Rosignoli Molini questo non accade!!!

E così è nata la confezione rossa con farina di grano tenero per pizza

la confezione verde con farina manitoba

la confezione marrone con farina per pasta fresca e gnocchi

la confezione azzurra con farina per dolci e sfoglie.

 

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Collaborazione con l’Azienda Flamigni

 

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La colomba Flamigni segue la ricetta creata dai pasticceri artigiani meneghini,che prevede una glassa a base di nocciole tonde gentili delle Langhe e mandorle armelline.

La sua anima è un lievito madre il cui ceppo ha avuto origine negli anni trenta.

Senza alcuna aggiunta di altri lieviti,l’impasto risulta soffice e straordinariamente digeribile.

La colomba tradizionale è arricchita da canditi di arance di Sibari,prodotti senza alcun impiego di anidride solforosa.

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I fratelli Flamigni devono il successo dell’Azienda al loro torrone (ho già preparato una ricettina……..)

Ma ci sono anche i marrons glacès,il panforte,le praline,i panettoni…….

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Qui sotto c’è un’altra colomba Flamigni arricchita da pezzetti di mandarino tardivo di Ciaculli (presidio Slow Food) semi candito.

 

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Vi invito a guardare l’interessante video di   “ Flamigni a Mela Verde

sabato 25 febbraio 2012

Gli scialatelli al limone con cozze,gamberi e carciofi

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Devo dire che l’aroma del limone presente nella pasta ben si sposa con piatti a base di pesce.

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Ingredienti:

400 g di  scialatelli al limone La Fabbrica Della Pasta Di Gragnano

100 g di cozze già scoppiate e sgusciate (conservando il liquido)

100 g di gamberetti sgusciati

I cuori di tre carciofi

due spicchi d’aglio

prezzemolo

olio extravergine d’oliva

sale e pepe q.b.

mezza busta di panna gran cucina per condire Co.Da.P.

quattro cucchiaiate di salsa di pomodoro pronta Agromonte

 

Rosolare in olio gli spicchi d’aglio tritatissimi. Unire,subito dopo,i  cuori dei carciofi,poi le cozze ed i gamberetti con un pizzico di sale e di pepe.

Dopo qualche minuto aggiungere il liquido filtrato delle cozze, la salsa di pomodoro ed il prezzemolo tritato.

A fine cottura mezza busta di panna ed altro prezzemolo completeranno il piatto.

Cuocere gli scialatelli di Gragnano e mantecarli in padella con il condimento.

Un altro piatto veloce è pronto!!!

 

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venerdì 24 febbraio 2012

La zuppa di trippa alla parmigiana

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Da ragazza non conoscevo la trippa nè il suo gusto perchè non piacendo a mia madre non l’aveva mai cucinata.

Quando, a diciotto anni, mi trasferii a Palermo per compiere gli studi universitari mi trovai a dover imparare a cucinare e fare la spesa.

Un giorno in un supermercato palermitano i miei occhi si posarono su una scatoletta: trippa alla campagnola…….” chi era mai costei? “

Presa dalla curiosità la comprai. Lessi le istruzioni,bastava riscaldarla per poterla mangiare.Mi piacque così tanto che in quattro anni di università svaligiai il supermercato di tutte le scatolette che venivano esposte diventando trippa dipendente ( in quegli anni diventai una trippa anch’io,ingrassando ben 10 kg perchè la bella città di Palermo mi fece aprire una fame che non vi dico).

Nel frattempo seppi che esisteva la trippa fresca,quella che si compra dal macellaio ma, essendo affaccendata in altre faccende, non ebbi mai il coraggio di comprarla(anche perchè capii che non bastava riscaldarla per mangiarla).

Compiuti gli studi e ritornata nella mia isoletta di Favignana dimenticai la trippa anche se dentro mi rimase quel sapore così buono che,alle volte,solo le scatolette sanno darti.

In seguito,da sposata,mi cimentai a cucinare la trippa fresca e capii la differenza.Anche se ai miei figli non piace,io e mio marito ci facciamo spesso scorpacciate di trippa………..CHE BUONA CHE E’!!!!!!

 

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ciotola e piattino di La Fabbrica Della Ceramica di Susanna De Simone.

 

 

Ingredienti:

1 kg di trippa (precedentemente pulita e lessata in acqua con i classici aromi)

una bottiglietta di salsa pronta di pomodorino ciliegino Agromonte

una cipollina

due spicchi d’aglio rosso di Nubia

due coste di sedano

un pugnetto di carotine (ho messo quelle piccole surgelate)

un pugnetto di parmigiano reggiano grattugiato

4-5 grosse patate

sale (poco)

un dado Ferioli S. Martino

pepe bianco Tec-Al

olio extravergine d’oliva Dante

acqua calda q.b.

Inoltre:

per accompagnamento: nodini di pane al peperoncino (venduti su Italiandelishop.com)

 

 

In un tegame ( meglio se di terracotta) rosolare in olio la cipolla tritata ed i due spicchi d’aglio interi (che poi vanno tolti).

Aggiungere la trippa,il sedano a grossi pezzettoni,le carotine intere,le patate a grossi tocchi e rosolare dolcemente il tutto.

Salare e pepare quel tanto che basta ed unire la salsa di pomodorino ciliegino.

Dopo una breve cottura aggiungere del brodo (acqua e dado) e proseguire la cottura.

Quando la trippa è quasi cotta, un bel pugnetto di parmigiano grattugiato la addolcisce ancor più.

Servire fumante in tavola in ciotole rustiche come quelle di Susanna De Simone ed accompagnare il tutto con qualche nodino di pane al peperoncino.

 

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mercoledì 22 febbraio 2012

Il pane nero di Castelvetrano con miele,noci e camoscio d’oro

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Da anni compravo il pane nero di Castelvetrano ma non avrei mai potuto farlo in casa se non avessi conosciuto il signor Filippo Drago,titolare della Molini Del Ponte di Castelvetrano.

Certamente il mio pane non è identico a quello comprato perchè,pur avendo un bellissimo forno a legna,uso solo il forno elettrico ( una volta sola abbiamo fatto il pane nel forno a legna e non vi dico quanto si è sporcato e quanto ho dovuto pulire; non vi dico come sono venute le pizze e come è venuto il pane…..va bene,ve lo dico: commestibile ma non buono perchè non abbiamo saputo “ camiare” il forno ed appena entrato il pane è uscito dopo un attimo cotto. Il forno era troppo caldo e la mollica è venuta “ pesante” senza le cosiddette alveolature. Gli insuccessi,nel cammino di una “mangiona che ama sperimentare”,possono capitare!!!)

Comunque,per chi non l’avesse mai mangiato,il pane nero di Castelvetrano non è un pane con dei grossi buchi ma la sua mollica è abbastanza compatta. E’ di un buono che non vi dico soprattutto se mangiato con miele,camoscio d’oro e noci.

A questo punto vi voglio raccontare come sono venute fuori queste accoppiate: un giorno ero al supermercato (luogo mio preferito per fare shopping di cibo!!!) al bancone salumi e formaggi quando, parlando con il salumiere, (dappertutto incontro alunni o genitori di alunni ed il salumiere è il padre di due miei alunni)commentavo come adoperare certi salumi e formaggi (in qualunque posto mi trovi sono propensa ad elargire ricette a destra e manca). Un signore,illustre sconosciuto,stava ad ascoltare in silenzio.

Ad un certo punto il signore in questione mi disse: ha mai mangiato il pane nero di Castelvetrano con il miele ed il camoscio d’oro? Subito mi sono voltata interessatissima e mi sono fatta svelare la ricetta ( se di ricetta si può parlare!).

Vi ho detto tutto,ora passiamo al nostro pane………………….

 

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Ingredienti:

2 kg di farina integrale di grano duro siciliano ( la Timilia detta in siciliano Tumminia) Molini Del Ponte

400 g di pasta madre rinfrescata

litri 1,4 di acqua tiepida

sale q.b.

Inoltre:

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Il doratore della Co.Da.P.

formaggio camoscio d’oro

noci sgusciate Life

miele di eucalipto Luna Di Miele

 

Ho messo la farina nel Kenwood (con il gancio a spirale) ed ho aggiunto,pian piano, l’acqua tiepida nella quale avevo prima sciolto la pasta madre.

Dopo qualche minuto ho aggiunto il sale ( ad occhio).

Ho impastato 16 minuti fermando ogni tanto l’apparecchio per rivoltare l’impasto.

Ho fatto una grossa palla che ho inciso a croce e l’ho messa a lievitare tutta la notte con una copertina sopra.

La mattina seguente,con l’impasto raddoppiato,ho dato varie forme al mio pane ( divertendomi non poco!”!!)ed ho rimesso a lievitare per altre 4 ore direttamente nelle teglie da forno (leggermente spolverate di farina).

Ho voluto provare il doratore della Co.Da.P. che ho spruzzato sul pane prima di infornare a 230°.

 

In ultimo,cotto il pane,ho tagliato delle fettine, ho messo in ognuna del miele,una  fettina di formaggio camoscio d’oro ed un pezzetto di noce.

L’antipastino per oggi è pronto!!!!!

 

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Come vedete ho voluto provare diverse forme ma il pane nero classico è a pagnotta,tondo e mollicoso.

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Troppe foto vero? Ho esagerato ma non sapevo decidermi….scusate!!!


Con questa ricetta partecipo al contest di scorribande in cucina e la cucina che vale




Ed anche al contest di Dolci passioni

martedì 21 febbraio 2012

Collaborazione con l’Azienda Luna Di Miele

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“Il cibo degli dei”: così i greci chiamavano il miele.

Pitagora lo raccomandava come alimento per una vita lunga.

E’ un prodotto lungamente conservabile e straordinario è il suo uso in cucina,nelle pietanze sia dolci che salate.

 

L’Azienda Luna Di Miele ha come obiettivo primario quello di fare scoprire la migliore qualità  di miele.

Sappiamo bene che non c’è,però, un solo miele ma i mieli sono tanti e vengono distribuiti dall’Azienda in più di 80 paesi.

Tutti i mieli sono venduti soltanto dopo aver effettuato delle attente analisi chimiche che garantiscono la conformità del prodotto.

 

Sono tre i marchi dell’Azienda:

Luna Di Miele

Sunny Via

Maple Joe

 

 

Chi non ha mai fatto i pancakes con lo sciroppo d’acero?

Il suo leggero sapore di caramello permette di accompagnarlo bene a pancakes,yogurt,crepes,macedonie e torte.

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Lo sciroppo d’agave Sunny Via è ricco di fruttosio,lo zucchero naturale della frutta; è il giusto alleato per la nostra linea ( a patto che non facciamo e mangiamo continuamente torte e tortine!!!!)

 

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I tappi salva goccia facilitano il dosaggio………

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www.luna-dimiele.com

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