Il Salamureci è un piatto antico e povero siciliano. Quando nelle famiglie rimaneva del pane, ormai diventato duro, veniva ammorbidito facendo questa zuppa. Tante famiglie lo conoscono ma non tutte lo preparano più in quanto sostituito da piatti più ricchi dati dal benessere. Eppure qualche ristorante trapanese lo propone ancora oggi ( servito come antipasto ) riscuotendo gran successo tra i turisti che affollano l'estate trapanese.
E' estremamente semplice e veloce eppure tanto buono e fresco, l'importante è usare una ottima qualità di pomodoro e del buon pane fatto con semola rimacinata di grano duro.
I trapanesi chiamano questo piatto anche con un altro nome: " agghia pistata " ( aglio pestato ).
Un vino che si abbina molto bene con questo antico piatto trapanese è il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore DOC San Paterniano 2018 Tenuta Mattei.
Ingredienti:
300 g di pomodoro ciliegino ( va bene anche l'ottimo datterino ) - 500 g di acqua fredda di frigorifero - una manciata di foglie di basilico - due spicchi d'aglio rosso di Nubia - olio extravergine d'oliva - sale e pepe nero - 150 g di pane duro siciliano -
Inoltre: un mortaio di marmo ( o di legno )
Nota: se non si possiede un mortaio si può utilizzare, in alternativa, uno spremiaglio.
In una ciotola di vetro mettere il pomodoro tagliato a metà, aggiungere l'acqua fredda, un giro di olio, sale e pepe a piacere, basilico tritato grossolanamente e l'aglio pestato nel mortaio insieme ad un pizzico di sale. Mescolare il tutto e riporre in frigorifero fino al momento del consumo.
Servire il salamureci con dadini di pane duro ( a qualcuno piace il pane appena tostato in forno ma questa è una variante dei tempi nostri ).
È buonissimo!
RispondiEliminaSi Lea, grazie.
EliminaUna vera delizia!!!!
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