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Mi chiamo Maria e sono una gran mangiona. Mi piace tutto ad eccezione del cibo cucinato male. Mi piace cucinare sempre nuove pietanze e quando non ho piatti e padelle da lavare, mi sento triste. La mia cucina è ricchissima di caccavelle di tutti i tipi; il solo vederle in un negozio mi fa soffrire: le voglio a casa mia!!! Prediligo i dolci e tutti gli impasti lievitati ma non disdegno il resto. La mia vita ruota intorno a due pilastri: la culinaria e la scuola infatti, se mi cercate, mi trovate o in cucina o in un'aula scolastica. Ho aperto questo blog per conservare le ricette provate e poi perchè non voglio essere obsoleta e desidero dimenticare il buon vecchio quaderno di ricette scritte a mano.

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venerdì 31 maggio 2013

I bocconcini di tonno con la cipollata

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Maggio/giugno sono i mesi in cui il tonno fresco  è presente in quasi tutte le tavole dei siciliani.

Tonno marinato (con la cipollata),tonno ammuttunatu ( ripieno),tonno a stufato,tonno ai ferri, tonno in carpaccio,tonno sott’olio,involtini di tonno……e tanto,tanto ancora per cucinare un grande pesce dei nostri mari.

Grandi conoscitori di questo pesce e delle infinite possibilità di cucinarlo sono i favignanesi ( abitanti di Favignana,una delle tre isole facenti parte dell’arcipelago delle Egadi).Il mare di Favignana è stato teatro,in passato, di grandi lotte dell’uomo con il tonno. In questa meravigliosa isola ( sono forse di parte??? ) si sono avvicendate diverse tonnare che davano tanto lavoro agli abitanti del luogo. Fu con la famiglia Florio che si arrivò,grazie all’impianto di un’industria, alla conservazione tramite inscatolamento del tonno pescato nell’isola.

I miei vaghi ricordi di bambina che viveva a Favignana,i racconti di mio padre sulla pesca del tonno,destano in me ancora tanta emozione. Lo spettacolo della mattanza,cruento ma con un impareggiabile tripudio di forza,di lotta e di sudore,rimarrà sempre negli occhi sgranati di una bambina come uno spettacolo senza eguali. I tonni,dentro un quadrato di mare tinto di rosso,lottavano senza volersi arrendere mai; gli uomini,guidati dal Rais, ( il capo della tonnara) con movimenti  quasi felini arpionavano l’enorme tonno e lo issavano sulla barca. Tante persone assistevano a questo spettacolo in un grande barcone ed una bambina, che teneva stretta la mano del suo papà, si meravigliava della “ quasi bestiale” forza degli uomini.

Oggi gli edifici della fabbrica ( l’ex stabilimento Florio) sono diventati un museo archeologico visitato da tantissimi turisti e non,un museo che rappresenta la memoria di ciò che è stato anche attraverso le testimonianze dirette di favignanesi che hanno lavorato in questo stabilimento.

I suoi altissimi soffitti,i suoi enormi archi che,come ha detto qualcuno,ricordano le grandi cattedrali, conducono ad una visita del museo in religioso silenzio per meglio  immaginare quanto sudore è stato versato da chi è stato protagonista di questa storia passata.i

Prima di darvi la ricetta vi faccio vedere alcune fotografie scattate da mio figlio a Favignana……quelle in bianco e nero all’interno del museo. 

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Qui si appendevano i tonni a testa in giù…….

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La pesca del tonno a Favignana…….084

 

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Le donne di Favignana che lavoravano ed inscatolavano il tonno……

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Ricetta inserita anche sul Magazine Taste & More N° 3 

 

Ingredienti:

1 kg di tonno fresco a fette

6 / 7  grosse cipolle

Olio extravergine d’oliva conDisano Dante

Sale e pepe q.b.

Un bicchiere di aceto di vino bianco

Un cucchiaino di zucchero

 

Mettere a bagno  le fette di tonno in acqua e sale abbondante.

Tenerle a mollo per almeno trenta minuti e poi procedere alla preparazione della ricetta.

Affettare finemente le cipolle e porle in una larga padella con dell’olio.

Rosolare e,dopo qualche minuto,aggiungere sale,pepe ed un pochino di acqua per evitare che le cipolle si dorino troppo. Proseguire con una cottura lenta fino a che le cipolle appaiano ben appassite.

Sgocciolare bene le fette di tonno e tagliarle fino ad ottenere una ricca dadolata.

In una padella rosolare,con olio,la dadolata di tonno.

Fatto ciò non resta che amalgamare i due ingredienti principali.

Aggiungere il tonno alla cipollata e mescolare il tutto. Unire il bicchiere di aceto,il cucchiaino di zucchero e  prepararsi a sentire un odore inebriante.

Cuocere ancora fino a sfumare del tutto l’aceto.

Versare i bocconcini con la cipollata su un piatto da portata ed attendere il raffreddamento.

Questo è un piatto che da il meglio di sé solo se mangiato freddo.

La scelta di fare dei bocconcini e di non servire il tonno a fette come è,invece,tradizione,nasce dal desiderio di rendere più semplice l’assaggio di questa pietanza anche in una cena a buffet  libero.

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domenica 26 maggio 2013

Le fragoline con panna,ricotta e gelatina di uva zibibbo

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Per fare questo semplicissimo dessert ho usato le coppe da champagne di mia madre Sara.

Allo scoccare dell’anno nuovo mia madre usciva da un mobile queste coppe di un bel colore giallo senape e brindavamo all’anno nuovo con il desiderio,dentro il mio cuore, che ci sarebbero stati tanti altri brindisi insieme.

Ma la vita,con il suo divenire, è fatta di nascita e di morte.

 

Mangiare queste dolci fragoline nelle sue coppe mi ha portato,alla fine del dessert,ad alzare il calice e,senza farmi vedere da nessuno,brindare al nostro amore,al grande affetto che ci legava.

Cincin!!!!

 

 

Ingredienti:

2 vaschette di fragoline

400 g di panna fresca da montare

200 g di ricotta di pecora

zucchero al velo q.b.

gelatina di uva zibibbo La Nicchia Bonomo e Giglio

 

Montare la panna con un po’ di zucchero.

Con una forchetta schiacciare e poi mescolare a crema la ricotta.

Unire delicatamente la panna alla ricotta.

Riempire alcune coppe con fragoline,aggiungere la ricotta con la panna,mettere altre fragoline sopra e terminare con una bella colata di gelatina di uva zibibbo.

Porre in frigorifero e poi godersi il dessert. 

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giovedì 23 maggio 2013

La cubbaita con semi di sesamo e mandorle

 

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In Sicilia è quasi impensabile fare un buon pane senza la giuggiulena.

Ma cos’è la giuggiulena direte voi?

Perbacco….sono i semi di sesamo!!!!!

Ed il torrone siciliano ( o croccante siciliano) com’è fatto?

Perbacco……con la giuggiulena!!!!!

Alcune,anzi la maggior parte delle persone, fanno il torrone con un misto di zucchero e miele ma io lo preferisco di solo zucchero.

E’ buono?  E’ duro?

E’ buonissimo,duro ma non tanto da spaccarsi i denti.

Insomma è da fare.

Si conserva bene in scatole di latta ( ho usato un portabiscotti tupperware)

ponendo tra un pezzo di cubbaita ed un altro dei rettangolini di carta forno).

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Ingredienti:

400 g di zucchero semolato

100 g di semi di sesamo

50 g di mandorle intere tostate

……e niente altro…….

 

A dire il vero qualcosa d’altro ci sarebbe:

un tegamino

carta forno ed un mattarello.

 

 

Porre lo zucchero in un tegamino a fondo spesso e mettere sul fuoco bassissimo.

Avere pazienza ed attendere che lo zucchero si sciolga,si cristallizzi e poi si sciolga di nuovo.

Di norma non si dovrebbe mescolare ma io,pasticciona ed impaziente come sono,non ho saputo resistere ed ho mescolato leggermente.

Per fortuna non è successo niente di “ drammatico” ed il caramello mi è venuto bene.

Appena lo zucchero assume un bel colore brunito ed è ben sciolto,unire in un colpo solo semi di sesamo e mandorle tostate intere. Mescolare un attimo e togliere subito il tegamino dal fuoco.

Versare la cubbaita immediatamente su un foglio di carta forno posto su un piano di marmo ( attenzione….un solo goccino bollente mi è saltato sul mignolo creandomi un vero e proprio buco….ahi ahi che dolor!!!!!!!).

Immediatamente porre un altro foglio di carta forno sopra la cubbaita e livellarla con un mattarello ( che diventa bollente come il mio mignolo……).

Avanti ed indietro con il mattarello…..avanti ed indietro …ed ecco che la cubbaita si fa sottile mentre si indurisce.

Naturalmente si può fare anche più sottile rispetto a quella che vedete nelle mie foto ma,come in tutte le cose,è questione di gusti.

Prima che diventi durissima togliere la carta da forno ed usando un grosso coltellaccio da cucina ( oggi tutto pericoloso….dalla cubbaita bollente al coltellaccio da cucina) tagliare la cubbaita a  rettangoli.

Sbrighiamoci….chi arriva prima ne mangia di più!!!!!!

E’ finita molto presto,naturalmente.

Piccola notizia: ho letto,in giro,che si possono unire anche scorzette di arancia candita ed una spolverata di cannella….. oppure solo scorza grattugiata di limone….da provare!!!

 

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lunedì 20 maggio 2013

Le melanzane imbottite

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Melanzane….pomodori rossi succosi……che bello si avvicina l’estate!!!!

 

Ingredienti:

Due melanzane

due uova

pangrattato

olio si semi

pomodoro rosso grosso e carnoso

formaggio primo sale

sale q.b.

 

Tagliare a fette spesse le melanzane e metterle a bagno in acqua e sale (per perdere l’amaro). 

Dopo circa trenta minuti sgocciolarle ed asciugarle bene.

Tagliare ogni fetta a metà ( come un libro aperto) con un coltello appuntito in modo da creare una tasca dove va messo il ripieno.

All’interno di ogni fetta di melanzana mettere una fetta di pomodoro rosso ben sodo,un pizzico di sale sul pomodoro ed una fetta di formaggio primo sale ( oppure caciocavallo fresco).

Passare le fette prima nelle uova sbattute e poi nel pangrattato.

Friggerle in olio.

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giovedì 16 maggio 2013

Le penne con crema di carciofi

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Potevo non postare,dopo un dolce, un piatto di pasta?

Che ci posso fare…….è la mia passione.

 

Ingredienti:

250 g di pasta formato penne rigate Franciacorta ( Valdigrano)

due spicchi d’aglio

120 g di pancetta coppata a dadini

sale e pepe q.b.

olio extravergine d’oliva

15 pomodorini del tipo ciliegino

prezzemolo tritato

un vasetto di crema di carciofi Duca Carlo Guarini

un pugnetto di parmigiano grattugiato

 

 

Rosolare in olio i due spicchi d’aglio interi ( vanno poi tolti).

Unire la pancetta a dadini e dare una breve rosolata.

Aggiungere i pomodorini tagliati a metà,sale ,pepe e il contenuto del vasetto di crema di carciofi. Finire di cuocere unendo,solo alla fine,del prezzemolo tritato.

Cuocere le penne e mantecarle nella padella insieme al condimento.Una bella spolverata di parmigiano completerà il piatto.

Buon appetito a me!!!

 

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lunedì 13 maggio 2013

La torta antichissima di amaretti e pangrattato

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Sono innamorata pazza di questa torta……

Appena finita,ho ricomprato tutti gli ingredienti che mi mancavano per rifarla….rifarla…rifarla ancora.

Vi racconto brevemente come ho avuto la ricetta.

Dovete sapere che da quando ho comprato l’ipad mi sono messa a fotografare ricette presenti in vari giornalini di cucina della “ preistoria” ( datati 1990-1987….).

Prima scrivevo su quadernoni….ora fotografo.

Quando mi rilasso guardando un bel programma televisivo ( naturalmente Alice TV o gambero rosso),con un occhio mi seguo la ricetta che un certo chef sta eseguendo e con l’altro occhio osservo uno dei tantissimi vecchi giornalini di cucina che stazionano da anni nella libreria della stanza della televisione. Li sfoglio alla ricerca di qualcosa che mi colpisca ma,per lo più,non trovo niente di interessante……fino a pochi giorni fa però!!!!

Giunta ad una pagina intitolata “ l’angolo delle lettrici” trovo una ricetta dal titolo: Una torta antichissima. La firma è di un certo Paolo Simonetti di Fusignano ( Ravenna).

Sono incuriosita,molto incuriosita e “ staccando” l’occhio dal televisore mi dedico completamente (  con tutti e due gli occhi) alla lettura della torta antichissima.

Il signor Paolo così scrive: l’inventore di questa torta non lo conosco,ma certo questa ricetta conta molti anni ed è conosciutissima dalle mie parti.La preparazione è semplice e il risultato garantito.

Mi ha convinta……( prima ancora di leggere la ricetta!!!!).

Poi quando leggo che la torta è senza un grammo di farina ma c’è tanto pangrattato nell’impasto…..mi alzo dal mio comodo divano e comincio a correre per farla subito.

Io ho avuto fiducia nel signor Paolo,se voi l’avete in me…..correte a farla.

Ha un sapore eccezionale ed è,oltretutto,facilissima.  

 

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Ingredienti:

200 g di pangrattato

200g di amaretti sbriciolati

200 g di zucchero

250 ml di panna da cucina

100 g di cioccolato fondente

3 uova

una bustina di lievito per dolci

Inoltre:

zucchero al velo

 

In una ciotola mettere la panna e lo zucchero e mescolare con un cucchiaio. Aggiungere i tre tuorli delle uova e mescolare fino a quando saranno amalgamati ( per comodità ho usato lo sbattitore elettrico ma va benissimo una semplice frusta a mano).

Aggiungere il pangrattato,gli amaretti sbriciolati ( li ho messi in un panno da cucina e con il pugno della mano li ho pestati……metodo sbrigativo e buono per dare “ quattro” pugni a qualcosa!!!).

Ora unire il lievito preferibilmente setacciato.

A parte montare i tre albumi a neve ed unirli, a poco a poco, con molta delicatezza,mescolando dal basso verso l’alto.

In ultimo aggiungere il cioccolato fondente tritato grossolanamente.

Versare il composto in una teglia leggermente imburrata ed infarinata ed infornare a 180° per 38/ 40 minuti.

Cospargere la torta con zucchero al velo.

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Con questa ricetta partecipo al contest di Vivi in cucina

mercoledì 8 maggio 2013

Gli gnocchi di patate al pistacchio

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Molti agriturismi presenti nel trapanese presentano,tra i loro piatti,gli gnocchi al pistacchio.

Buoni e veloci da fare ( soprattutto con gli gnocchi comprati…….)

 

Ingredienti:

500 g di gnocchi di patate (giuro,questa volta non li ho fatti io!!!)

70 g di pancetta coppata a dadini

uno scalogno tritato

200 ml di panna da cucina

olio extravergine di oliva

40 g di pistacchi tritati

un pugnetto di parmigiano grattugiato

 

Mettere una pentola con acqua sul fuoco.

In una padella rosolare,in poco olio,lo scalogno tritato ed aggiungere,quasi subito,la pancetta a dadini.

Dopo poco unire la panna da cucina e farla scaldare.

Cuocere gli gnocchi e,dopo averli scolati (conservando,però,un po’ di acqua di cottura),versarli in padella insieme a poca acqua e ai pistacchi tritati. Amalgamare bene il tutto e cospargere sopra un pugnetto di parmigiano.

Non resta altro che mangiare!

 

 

 

 

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venerdì 3 maggio 2013

I carciofini sott’olio

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Una volta,tanti anni fa,preparai decine e decine di barattoli di carciofini sott’olio…….due cassette( di quelle grandi però!!!!) piene di carciofini da pulire;

un gran piacere che si è trasformato in un incubo…non finivo mai di pulire,di bollire,di riporre su canovacci sul tavolo,di invasare…..

Da allora appena mi parlavano di carciofini mi veniva il voltastomaco.

Ebbene,avete presente quando una partorisce e,dopo tanto dolore e spinte asserisce,con assoluta certezza,che non farà più figli? Avete presente il fatto che poi la mammina in questione,dopo qualche anno,ha dimenticato le sofferenze e si intenerisce appena vede,per strada,una carrozzina con un bel bambino biondo dagli occhi azzurri? Il desiderio affiora,si fa prepotente,si vuole un altro bimbo da cullare,da accudire e,soprattutto,da amare.

La stessa cosa è accaduta con i carciofini…………ahahahahah….

L’incubo è stato dimenticato appena ho visto dei teneri e piccoli carciofini nel mio giardino ( i grandi erano stati già raccolti e cucinati in tutte le salse!!!).Li ho amati subito.

Questa volta,però,ho preparato un solo e grande barattolo di carciofini.

Da un eccesso all’altro…………….

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La ricetta che propongo è molto semplice,li ho fatti sempre così. I carciofini sott’olio non hanno bisogno di tanti ingredienti: bastano un buon olio,dei carciofini teneri ed un giusto sentore di aceto.

 

Ricetta postata da Maria Bianco su panzaepresenza.blogspot.it

Ingredienti:

carciofini ( quantità a piacere, ma non esagerate)

olio extravergine d’oliva

sale

acqua ed aceto di vino bianco

pepe nero in grani ( facoltativo)

Inoltre:

limoni

 

Pulire,con molta pazienza,i carciofini e metterli,man mano,dentro una bacinella con acqua ed abbondante limone spremuto ( per non farli annerire).

Nel frattempo mettere sul fuoco un tegame riempito di una parte di acqua ed una parte di aceto ( metà e metà).

Appena bolle versare i carciofini ed aggiungere il sale.

Non ho mai fatto caso al tempo di cottura perchè c’è un metodo infallibile: infilzare una forchetta dentro un carciofino ed assaggiare….ahahahahahah…..se è ben al dente spegnere subito ( se troppo cotto buttare tutto…..)e scolare.

Comunque,a parte gli scherzi,bastano davvero pochi minuti di cottura perchè il carciofino deve essere sodo anche se non crudo.

Trasferire i carciofini dallo scolapasta a dei canovacci da cucina,riponendoli senza sovrapporli.

Questo passaggio è molto importante perchè si devono asciugare dall’eccesso di acqua ed aceto e ciò potrà permettere una lunga conservazione sott’olio.

Lasciarli ad asciugare tutta la notte,coperti da un altro canovaccio.

Il giorno dopo riporli dentro barattoli già lavati e sterilizzati e riempirli di olio.

Un po’ di pepe nero in grani non guasta.

Assicurarsi che l’olio copra bene tutti i carciofini; non resta altro che chiudere i coperchi ( nel mio caso “ il coperchio”).

Non abbisognano di sterilizzazione,vanno semplicemente conservati in dispensa anche dopo aperti.

Aspettare 15/20 giorni prima di consumarli ma, data la mia estrema sincerità, vi dico che non ho aspettato neanche un giorno………………………………

 

Nota: c’è chi li fa cuocere soltanto nell’aceto ma lo sconsiglio perchè il gusto del carciofo si sente poco e predomina interamente l’aceto.

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