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Mi chiamo Maria e sono una gran mangiona. Mi piace tutto ad eccezione del cibo cucinato male. Mi piace cucinare sempre nuove pietanze e quando non ho piatti e padelle da lavare, mi sento triste. La mia cucina è ricchissima di caccavelle di tutti i tipi; il solo vederle in un negozio mi fa soffrire: le voglio a casa mia!!! Prediligo i dolci e tutti gli impasti lievitati ma non disdegno il resto. La mia vita ruota intorno a due pilastri: la culinaria e la scuola infatti, se mi cercate, mi trovate o in cucina o in un'aula scolastica. Ho aperto questo blog per conservare le ricette provate e poi perchè non voglio essere obsoleta e desidero dimenticare il buon vecchio quaderno di ricette scritte a mano.

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giovedì 3 ottobre 2013

La profumatissima granita di gelsomino

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Lo sentite l’odore di gelsomino? No,non lo sentite…..peccato!!!

Con mio marito abbiamo fatto cena di granita con brioches ( comprate) e non vi dico il piacere provato…..

Prima di darvi la ricetta ho da fare un piccolo appunto; per curiosità ho digitato su google : “ granita di gelsomino” ed ho trovato vari blog e siti che proponevano questa ricetta.Ebbene,una cosa strana l’ho trovata…molti di questi blog indicavano tra gli ingredienti ben 100 g di fiori di gelsomino in mezzo litro di acqua…..ma sono tantissimi!!!!!

Vi assicuro che vanno bene 10 g di fiori di gelsomino in 700 ml di acqua.

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Ricetta postata da Maria Bianco su panzaepresenza.blogspot.it

 

Ingredienti:

10 g di fiori di gelsomino

700 ml di acqua

150 g di zucchero

Inoltre

brioches siciliane per gelato

Raccogliere i fiori e metterli dentro una ciotola con 500 ml di acqua; conservare la ciotola in frigorifero per tre giorni ( anche due potrebbero andare bene).

Poi,quando è arrivato il momento di fare la granita mettere sul fuoco un tegamino con 200ml di acqua e 150 g di zucchero. Appena accenna a bollire e tutto lo zucchero si è sciolto, togliere dal fuoco ed attendere il raffreddamento dello sciroppo.

Usando un colino versare l’acqua contenente i fiori di gelsomino nello sciroppo,mescolare e conservare nel congelatore dentro una ciotola d’acciaio.

Appena la granita è ben solida romperla con una forchetta e servirla con delle soffici brioches siciliane.

Che bontà!!!!!

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piatto e tazza grande Cartaffini

domenica 29 settembre 2013

I celentani al pesto di zucchine

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Per una questione di comodità tutte le volte che preparo del pesto per condire la pasta ne faccio in abbondanza….il mio congelatore è pieno di pesti di vario tipo,pronti per quando rientro in casa,dal lavoro,tardissimo.

Bisogna pur sempre organizzarsi!!!!

 

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Ingredienti:

due grosse zucchine genovesi ( 700 g)

50 g di parmigiano grattugiato

50 g di mandorle bianche

6 pomodori del tipo datterino

una manciata di capperi di Pantelleria

una cipollina

basilico e prezzemolo  in abbondanza

olio extravergine d’oliva

sale e pepe

300 g di pasta (formato celentani)

 

In un tegame mettere,a crudo, olio,cipolla tritata,pomodori tagliati a metà, zucchine a cubetti,sale e pepe; cuocere dolcemente con coperchio.

A metà cottura aggiungere i capperi e poca acqua,se necessario.

In un mixer frullare basilico,prezzemolo,mandorle,parmigiano e le zucchine cotte in tegame con tutto il loro condimento.

Cuocere ben al dente i celentani e poi condirli con una parte del pesto mantecando il tutto in padella.

Con il pesto rimasto riempire due bicchieri di carta che,dopo averli coperti con pellicola,vanno riposti nel congelatore in attesa di un prossimo veloce pranzo.

 

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mercoledì 25 settembre 2013

Il bonet piemontese

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Non capisco perchè ho aspettato così tanti anni per farlo.

E’ una meraviglia di dolce,molto facile da fare e dal sapore unico.

L’ho visto in tantissimi blog senza mai decidermi a farlo ma un giorno, sfogliando alcune pagine del blog di Elena ( cooking-Elena.blogspot.it) ed avendolo rivisto,ho capito che era giunto il momento di provare questo dolce.

Bonet( si pronuncia bunet) significa  “ cappello”.Tale singolare nome, a quanto pare,è stato dato perchè essendo servito in tavola alla fine di un pasto fa da cappello al resto.

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Dal blog di Elena, con una mia piccola aggiunta ( il caffè solubile)


Ricetta postata da Maria Bianco in panzaepresenza.blogspot.it

Ingredienti:

100 g di amaretti

500 ml di latte

50 g di cacao amaro

100 g di zucchero

6 uova

un cucchiaino di caffè solubile

Inoltre:

uno stampo da plumcake

uno sbattitore elettrico

acqua

caramello ( io ho usato il top Fabbri caramello)

qualche amaretto per decorare

 

Con uno sbattitore elettrico lavorare bene le uova con lo zucchero.

A parte,usando un mixer,ridurre in polvere gli amaretti ed unire ad essi il cacao amaro e un cucchiaino di caffè solubile.

Aggiungere il composto di amaretti alle uova mescolando delicatamente.

In ultimo unire il latte ( non tutto in una volta) ed il composto per fare il bonet può dirsi pronto.

Ora bisogna fare il caramello che serve per rivestire lo stampo prima di versarci il composto.

Il caramello si fa facendo sciogliere,in un padellino, qualche cucchiaio di zucchero in poca acqua fino a quando diventerà bruno.

Avendo in casa la salsa dolce al caramello della Fabbri,mi sono risparmiata questo lavoretto e non ho sporcato altro.

Versare il caramello sul fondo di uno stampo da plumcake e roteare  lo stampo al fine di rivestirlo dello stesso.

Versare il composto dentro lo stampo.

Inserire lo stampo dentro una teglia più grande rivestita da un foglio di giornale e contenente acqua ( cottura a bagnomaria in forno).Naturalmente l’acqua non dovrà essere eccessiva altrimenti si rischia di bagnare il bonet.

Ho letto,in giro nel web, di un importante consiglio che qui riporto: l’acqua del bagnomaria non deve mai bollire poichè il risultato finale sarebbe un dolce troppo sodo e pieno di bolle piuttosto che morbido e compatto.

Cuocere il bonet in forno a 160° per circa 55 minuti.

Attendere che sia almeno tiepido per poterlo sformare e poi metterlo in frigorifero per un paio di ore prima di poterselo gustare ( tutto!!!!!)

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giovedì 19 settembre 2013

Il pesce spada alla messinese con vaporiera Lekuè

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La cottura a vapore ha sempre avuto su di me grande fascino; basti pensare che,da brava siciliana,cucino il couscous a vapore così come me lo hanno insegnato in famiglia.

Da Wikipedia:

La cottura a vapore è una tecnica di cucina con cui si evita il contatto diretto tra l'acqua ed il cibo da cuocere. Il sistema permette inoltre di rinunciare all'impiego di olio o altre sostanze grasse. Le pietanze vengono adagiate su una superficie permeabile, ad es. provvista di aperture (cestino di metallo, ripiano di bambù etc.), sotto la quale si trova il fondo della pentola con uno strato di acqua allo stato liquido.

Grazie alla copertura si instaura nella pentola una circolazione di aria e vapore grazie alla quale si cuoce il cibo. In linea di massima con la cottura a vapore si raggiungono temperature leggermente inferiori a quelle generate con la cottura tradizionale. Merita un discorso a parte la cottura a vapore praticata con l'ausilio della pentola a pressione.

Il sistema è diffuso in tutti il mondo. In particolare è popolare in Asia, dove vengono usati pure apparecchi elettrici appositamente concepiti (ad esempio per il riso). Anche il piatto tradizionale del Nordafrica, il cuscus, prevede una cottura al vapore ed un recipiente apposito (due pentole sovrapponibili ad incastro, quella superiore col fondo bucherellato), denominata cuscusiera. In Europa è usuale che il metodo venga utilizzato per le verdure.

Cuocere a vapore è spesso meglio che lessare, in quanto, oltre al minor uso di grassi, è più difficile che vengano disperse le sostanze aromatiche e nutritive (ad esempio i sali minerali o le vitamine idrosolubili), per diluizione, nell'acqua (che spesso viene scartata). D'altro canto, diverse pietanze non possono essere preparate a vapore: la carne grassa, ad esempio, necessita di temperature relativamente alte, che non sempre possono essere generate con questo sistema; per il pesce, invece, la cottura a vapore è considerata un buon sistema.

È importante, usando questa tecnica, scegliere il giusto livello dell'acqua: se è troppo alto, c'è il pericolo che con il contatto tra cibo ed acqua le sostanze nutritive ed aromatiche vadano disperse; se è troppo basso, potrebbe accadere che tutta l'acqua finisca per evaporare prima che la cottura sia compiuta.

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La vaporiera Lekuè permette di cucinare in modo sano e veloce più alimenti alla volta.

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Ingredienti:

due fette di pesce spada

aglio e prezzemolo q.b.

una manciata di capperi di Pantelleria Bonomo e Giglio

due panini raffermi

un cucchiaio colmo di formaggio pecorino grattugiato

sale e pepe q.b.

patate ( quantità a piacere)

olio extravergine d’oliva

Inoltre:

vaporiera in silicone Lekuè

acqua

due pomodorini

un tegame di media misura

 

Togliere la pelle esterna alle fette di pesce spada e salarle.

In un mixer frullare i due panini raffermi fatti a pezzi.

Condire la mollica ottenuta con olio,sale,pepe,pecorino,aglio tritato e prezzemolo.

In uno dei due cestelli della vaporiera Lekuè mettere la prima fetta di pesce spada e,servendosi di un cucchiaio,coprirla con la mollica condita.

Cospargere sopra una manciata di capperi e sovrapporre l’altra fetta di pesce spada. Condire anche questa fetta con la mollica ed i capperi.

Sbucciare le patate e farle a fette.Metterle nel secondo cestello della vaporiera Lekuè e condirle con un giro di olio,sale,aglio e prezzemolo.

Porre sul fuoco il tegame con acqua ( non troppa altrimenti si bagna la vaporiera)

Non è indispensabile ma ho messo nell’acqua due pomodorini tagliati a metà,uno spicchio d’aglio intero,un po’ di prezzemolo ed un filo d’olio.

Appena l’acqua bolle porre il primo cestello della vaporiera ( quello con le patate) e sopra incastrarvi il secondo cestello ( quello con il pesce spada). Chiudere subito con il coperchio in dotazione e cuocere.

La cena è stata servita!!!!!!!

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domenica 15 settembre 2013

La torta di nocciole con fichi freschi

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La vedete quanto è soffice?

Consiglio a tutti di farla.

Il sapore delle nocciole si sposa benissimo con i fichi ( gli ultimi del mio albero).

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piattino verde a pois e ciotola rosa a pois GreenGate

 

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Dal sito  “ ricette gustose.it  “  (con qualche mia variante).

 

Ingredienti:

80 g di nocciole tostate in polvere

40 g di nocciole tostate tritate grossolanamente

100 g di farina 00

50 g di fecola di patate

120 g di zucchero

4 uova

150 g di burro morbido

una bustina di lievito per dolci

una spolverata di zucchero di canna

15 fichi verdi ( i miei erano piccolini)

Inoltre:

burro e farina per la teglia

zucchero al velo

 

 

In una ciotola montare,con lo sbattitore elettrico,il burro con lo zucchero.

Aggiungere le uova,uno alla volta e continuare a sbattere.

Aggiungere la farina 00 e la fecola setacciate,le nocciole in polvere ed il lievito pure setacciato.

L’impasto è pronto.

Imburrare lievemente una piccola teglia da forno e spolverarla di farina.

Versare il cremoso impasto,livellare e porvi sopra i fichi ( non li ho sbucciati) tagliati a metà.

Cospargere i fichi con nocciole tritate grossolanamente ed una spolveratina di zucchero di canna.

Infornare a 175° per circa 35/ 40 minuti.

Servire con zucchero al velo sopra.

Versione con il bimby:

burro e zucchero- 3 minuti velocità 4

Sempre a velocità 4 unire le uova e poi il resto degli ingredienti.

 

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sabato 14 settembre 2013

La zuppa di cozze ai capperi

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Vado dal pescivendolo e vedo delle magnifiche cozze…decido di farle a zuppa. Chiedo a persona quante ne dovrei prendere e mi risponde: un kg a persona.

Me ne dia 4 kg,siamo in quattro (non è vero,mi sono dimenticata che mio figlio Eugenio è partito il giorno prima..o forse l’ho volutamente dimenticato per mangiarmi la mia e la sua porzione? Mah,non lo so….).

Arrivo a casa,sempre di corsa, e mi rendo conto che,in base a quanto costavano al kg me ne ha date 5 kg…..Mah,non lo so….forse perchè avendo visto una signora bella in carne ha pensato: questa mangia per due,non la lasciamo a bocca asciutta,diamogliene 5 kg.

Risultato matematico: 1 kg di cozze a persona

                                   3 persone (e non 4 con mio figlio Eugenio)= 3 kg di cozze.

Secondo voi chi se li è mangiati gli altri due kg?

Ma io naturalmente!!!!!!! “ Morta  sono! “ sazia e satolla come non mai. Ho pucciato tanto di quel pane nel buonissimo sughetto che per un pò sono a dieta ….fino a quando mi ritornerà la fame!!!

E non mi parlate di cozze per un pò!!!!Se le incontro sul web cambio subito pagina,parola mia!!!

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Ricetta postata da Maria Bianco in panzaepresenza.blogspot.it

Ingredienti:

5 kg di cozze

due latte di pomodoro pelato  da 400 g ciascuna

due cipolline

olio extravergine d’oliva

un pugnetto di capperi

abbondante prezzemolo tritato

pepe o peperoncino (secondo i gusti)

un nonnulla di sale

 

Dopo aver pulito e lavato le cozze,prendere un largo padellone e rosolare due cipolline tritate in olio. Aggiungere il pomodoro pelato e schiacciarlo con una forchetta; subito dopo un pugnetto di capperi,una bella spolverata di pepe o peperoncino,un bel trito di prezzemolo,un pizzichino di sale e cuocere lentamente il tutto.

Quando il sughetto è ben ristretto,versare nel padellone le cozze e,a fuoco forte,farle aprire.

Un altro trito di prezzemolo sopra e la zuppa è pronta per essere gustata accompagnata da fette di pane tostate o non.


Le polpettine di sarde alla siciliana

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Le polpettine di sarde si possono servire come secondo accompagnato con del buon pane casereccio oppure per condire la pasta.A vostra scelta……..

 

Ingredienti:

600 g di sarde freschissime pesate già pulite ed aperte a libro

due uova

uvetta di Corinto e pinoli

150 g di pangrattato

50 g di parmigiano grattugiato

due spicchi d’aglio

prezzemolo q.b.

sale e pepe

olio extravergine d’oliva

Inoltre:

una bottiglia da 700g di passata di pomodoro

una cipollina

sale e zucchero (per la passata)

un pugnetto di finocchietto selvatico lessato

pasta formato rigatoni (trafilati al bronzo) Tipici Mediterranei

 

Togliere la testa,la lisca e le interiora alle sarde,aprirle a libro e lavarle sotto il rubinetto.

Salarle e metterle a scolare in uno scolapasta.

Tagliarle a pezzettini con un coltello e condirle con le uova,il pangrattato,il parmigiano,l'uvetta ed i pinoli,il pepe,l’aglio ed il prezzemolo tritati.

Con le mani appena bagnate preparare delle polpettine e friggerle in olio mettendole,man mano,su carta assorbente da cucina.

In un largo tegame rosolare in olio una cipollina tritata,unire la passata di pomodoro,un po’ di zucchero e sale.

Appena bolle aggiungere le polpette di sarde ed un pugnetto di finocchietto selvatico già lessato. Cuocere fino a restringere la salsa.

Se decidete di condirci la pasta ( come ho fatto io) mettere una pentola d’acqua sul fuoco ed appena bolle versare i rigatoni e cuocere al dente. Condire la pasta con la salsa ed accompagnarla con le polpettine di sarde.

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Con questa ricetta partecipo al contest VIVA IL POMODORO di IL CRUDO E IL COTTO in collaborazione con LA FIAMMANTE
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