Quando è tempo di qualeddu ogni famiglia trapanese lo compra,lo bollisce,lo frigge e lo mangia con gran piacere.
E’ una verdura molto usata dalle nostre parti.Piace per quel suo sapore amarognolo dal gusto inconfondibile.
Nel paese di mio padre ( Alcamo) lo vendono per strada: “ montagne” di qualeddu stipate dentro piccoli camioncini ed il venditore che riempie un grosso sacchetto di plastica alla modica cifra di 3 euro.
Abitando in campagna ed avendo imparato,nella miriade di erbe varie, a distinguere il qualeddu da verdure similari ( mi sembra che una di queste si chiami sinapa)non è difficile trovarmi con in mano un coltello,un sacchetto,alla ricerca di qualeddu nel mio giardino.
Non avete idea di quanto mi rilassi andare alla ricerca del qualeddu.
Mi rilassa meno lavarlo e bollirlo…….
Normalmente,dopo averlo bollito,si frigge in olio con uno,due spiccchi d’aglio e si mangia come contorno ad un secondo di carne. Ottimo anche con l’aggiunta di salsiccia secca o semplicemente con le uova mescolate dentro oppure ancora a frittata.
Una volta lo feci con i gamberetti a risotto: niente male!!!!!!
Notizie prese dal web:
Brassica fruticulosa (qualedda)
LA QUALEDDA
Nome volgare: CAVOLICELLO
Nome dialettale: qualedda
Nome scientifico: Brassica fruticulosa
Famiglia: Cruciferae o Brassicaceae
Di questi tempi la campagna è ricca di qualedda,
un verdura antica ancora molto utilizzata nella
nostra alimentazione. La pianta cresce un po'
ovunque, prediligendo, in modo particolare i
vigneti; si trova con una certa abbondanza anche
nei terreni incolti. Purtroppo l'uso eccessivo di
diserbanti sta, però, determinandone la progressiva
scomparsa. Conosciuta ed apprezzata dalla
popolazione mazarese e siciliana in genere, l'uso
alimentare non è riportato da nessun manuale di
verdure spontanee. Ciò è dovuto, principalmente,
alla sua circoscritta distribuzione geografica. E'
una specie diffusa nelle aree che si affacciano sul
Mediterraneo centro-occidentale. In Sicilia, oltre
che nel trapanese, si consuma in altri territori
dove è nota con peculiari denominazioni locali, a
Ustica è chiamato Rapudda, a Linosa Rapuzzra,
nelle Eolie Rapuddu e nei Peloritani
Cavuliceddu. Da quest'ultimo, deriva il nome
volgare di cavolicello. Appartiene infatti, alla
famiglia dei cavolfiori.
PROPRIETÀ Ha proprietà benefiche di difesa
dell'organismo, virtù digestive, mineralizzanti e
ricostituenti grazie al suo alto contenuto di vitamine
A , C e di sali minerali come potassio, calcio,
magnesio e zolfo. Lessata è preziosa anche nelle diete ipocaloriche,
per il suo inesistente contenuto in grassi. Apporta
invece, fibre ricche di cellulosa, utili alla peristalsi
intestinale. Il gusto deciso, inconfondibile e
gradito al palato di questa verdura, è dovuto ad
un eteroside sulfonato che è una sostanza aromatica.
La presenza di zolfo, il "minerale della bellezza"
oltre a dare l'odore caratteristico rende i
capelli lucidi e soffici e la pelle elastica e giovane.
NELLATRADIZIONE la qualella era utilizzata
per curare le più svariate malattie, le foglie
pestate medicavano ulcerazioni e ferite. La tradizione
terapeutica continua ancora oggi, infatti si
dice che il decotto di qualella cura bronchiti e
asma. Basta cuocere alcune foglie di qualella,
colare e addolcire con miele e bere una tazza al
mattino e una alla sera. Un'altra delle proprieta'
della qualella è quella antiulcera, contiene infatti
il gefanato sostanza impiegata da parecchi anni
proprio nei farmaci antiulcera perchè agisce
come rinforzante sulla mucosa dello stomaco
proteggendola dagli acidi.
Ingredienti:
due mazzi di qualeddu
8 uova
due cucchiai di formaggio pecorino
olio extravergine d’oliva
sale q.b.
un pizzico di peperoncino
due spicchi d’aglio
Lavare bene il qualeddu e poi versarlo in acqua bollente salata.
Dopo cotto metterlo in uno scolapasta a perdere l’acqua ( altrimenti appena si butta nell’olio succede un patatrac !!!).
In una padella rosolare in olio due spicchi d’aglio e versare il qualeddu facendolo asciugare bene e friggere mescolando spesso.
Sbattere otto uova con un pizzico di sale e di peperoncino,unire il pecorino e versare sul qualeddu.
Fare rapprendere le uova ottenendo una gustosissima frittata.
Tagliarla a spicchi e servirla in tavola.
Mai sentita questa verdura ma la frittata è molto invitante, mi sa che ci dovrai invitare così l'assaggeremo tutti!!! Buon anno carissima Mariabianca!
RispondiEliminabuon 2013 Mariabianca!!!!
RispondiEliminafantastica questa ricetta!! credo si tratti di erba spontanea che da noi chiamiamo"cimaamarelle"..se hanno un fiorellino bianco sono proprio loro!!
baci
Sounds like a good way to make the family eat more vegetables. This looks great.
RispondiEliminacome sa di buono la tua frittatozza mia carissima amica...mi sa tanto che un giorno o l'atro faccio una capatina a sorpresa da te!!!
RispondiEliminabacione grande
da noi si chiamano cavolicelli ed io dopo averli saltati in padella con l'aglio ne faccio delle frittelle con la pastella...la tua frittata è davvero appetitosa!!!un saluto e ancora auguri...
RispondiEliminaGrazie a voi care amiche.
RispondiEliminaCiao Maria e felice 2013!
RispondiEliminaMi hai incuriosita e sono andata a cercarmi le immagini di questa pianta, in effetti esiste anche dalle mie parti, ma non credo che la raccolga nessuno!
Come sempre da te trovo una cucina saporita che affonda le radici nella tradizione!
Ancora auguri
Si impara sempre qualcosa... mai sentito in vita mia il qualeddu, mi hai incuriosita non poco e la frittata ha un aspetto invitante!
RispondiEliminaBuon Anno, Mariabianca :-*
Complimenti per questa ricetta Maria! Ha l'idea proprio di un buon sapore.Complimenti per il blog..ti seguo volentieri!!
RispondiEliminama dai?questa erba mi incuriosisce parecchio,chissà se qui in veneto si trova e come la chiamano qui!bacio
RispondiEliminaAmo tutte le erbe commestibili, ripassate, bollite, nei tortelli, in Toscana i tortelli si fanno con tutte le erbe, e questa tua frittata mi fa impazzire solo a vederla...un abbraccio carissima
RispondiEliminaa me piacerebbe molto provarla, sembra un po' alle cime di rapa che trovo qui ma chissà se è della famiglia... comunque un ottimo e tradizionale piatto!
RispondiEliminaUn abbraccio carissima
Ciao Mariabianca, mi sono subito unita ai tuoi sostenitori!!!!Ora che ti ho scoperta ... per puro caso, non ti mollo più ... il tuo blo mi piace da matti!!! Sarò di parte, ma io che sono toscana, ho una passione sfegatata per la Sicilia e tutto ciò che la riguarda ... e quando trova queste ricette così particolari ed il mio scrittore preferito, sono già stata conquistata ... Tantissimi complimenti ... http://architettandoincucina.blogspot.it/ se ti va di conoscermi ... sono qui ...A presto, Sabrina
RispondiEliminaSai che cresce bene solo in Sicilia? deve essere di bontà sopraffina; semplicità e ottimi ingredienti fanno la differenza ed un piatto diventa un'avventura di profumi e di ricordi. Buona Epifania♥
RispondiEliminaGrazie e buona giornata a voi.
RispondiEliminaMariabianca... mi metti golosia con qualcosa che non posso gustare. Dovrei andare a vedere tra le miriadi di erbe che crescono spontanee nel mio giardino. Ma credo proprio che non ci sia. Dovrò accontentarmi di rubarti la ricetta sostituendo la qualeddu con la mia cicoria spontanea, amarognola anch'essa... Che dici si può fare??
RispondiEliminaCarissima, approfitto del momento splendido del mio computer che ha deciso di rifunzionare senza nessun intervento tecnico (da non crederci!!! Mi ha lasciato a piedi per quasi un mese!!!) per augurarti uno splendido 2013. Un abbraccio grande.
che meraviglia!!!! adoro questa verdura spontanea!!! a Palermo e dintorni si chiamano "CAVULICEDDI". E' gradevolmente amarostica e si associa, come hai giustamente detto, alla salsiccia in padella , oppure saltata con uno spicchio d'aglio e ottimo olio d'oliva. Mi hai dato un'altra idea perchè, a frittata, non l'avevo mai mangiata. La proverò in settimana. Un grosso abbraccio
RispondiEliminamai vista e mai assaggiata..
RispondiEliminauna completa novità per me!
Come qualeddu non lo conoscevo, ma come cavuliceddu sì. Io sono del paese di tuo padre, ma sono 11 anni che vivo in Alessandria, ma ricordo con piacere che mi piaceva un sacco la sasizza cu li cavuliceddi! Mmmmm, ho l'acquolina in bocca!
RispondiEliminaCiao Angela,mi fa piacere sapere che sei alcamese. Un abbraccio.
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